Letture consigliate per movimenti lenti
L'uomo che piantava gli alberi - Jean Giono
"Non bisogna disdegnare nulla. La felicità è una ricerca. Occorre impegnarvi l'esperienza e la propria immaginazione". Queste parole di Jean Giono fanno oggi quasi paura. Prefiggersi come scopo la felicità, propria o altrui, sembra eccessivo, smodato, presuntuoso, ma queste poche pagine ci dimostrano che siamo noi, cittadini, scettici, disillusi e delusi, a sbagliare: la felicità può e deve essere inseguita con serena e immutabile costanza.La costanza dell'uomo che piantava gli alberi.Nel 1913 Giono attraversa a piedi "quell'antica regione delle Alpi che penetra in Provenza", una regione particolarmente desolata il cui aspetto desertico contribuisce a incattivire e imbarbarire i pochi poveri abitanti, ma proprio qui, in una baita isolata, incontra una persona indimenticabile. Un pastore silenzioso e quasi solenne nella sua burbera riservatezza che ha dedicato la sua vita a un unico grandioso progetto.Ogni giorno pianta cento alberi. Di anno in anno Giono torna a trovarlo, e, di anno in anno, ammira, stupefatto, la nascita della nuova foresta dovuta allo sforzo tenace di un unico uomo, sconosciuto a tutti, "che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio".
"Non bisogna disdegnare nulla. La felicità è una ricerca. Occorre impegnarvi l'esperienza e la propria immaginazione". Queste parole di Jean Giono fanno oggi quasi paura. Prefiggersi come scopo la felicità, propria o altrui, sembra eccessivo, smodato, presuntuoso, ma queste poche pagine ci dimostrano che siamo noi, cittadini, scettici, disillusi e delusi, a sbagliare: la felicità può e deve essere inseguita con serena e immutabile costanza.La costanza dell'uomo che piantava gli alberi.Nel 1913 Giono attraversa a piedi "quell'antica regione delle Alpi che penetra in Provenza", una regione particolarmente desolata il cui aspetto desertico contribuisce a incattivire e imbarbarire i pochi poveri abitanti, ma proprio qui, in una baita isolata, incontra una persona indimenticabile. Un pastore silenzioso e quasi solenne nella sua burbera riservatezza che ha dedicato la sua vita a un unico grandioso progetto.Ogni giorno pianta cento alberi. Di anno in anno Giono torna a trovarlo, e, di anno in anno, ammira, stupefatto, la nascita della nuova foresta dovuta allo sforzo tenace di un unico uomo, sconosciuto a tutti, "che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio".
Tre uomini in bicicletta - Paolo Rumiz, Francesco Altan
"Dove vai?" chiede la moglie al ciclista. "Porto a spasso il bambino che è in me" risponde lui, con la mano già sull'affusto carico di bagagli. Altan ha colto fin dall'inizio, con una vignetta, il senso di questo viaggio Trieste-Istambul. Non l'impresa, per carità. La Grande Diagonale del Bosforo è alla portata di chiunque sia sano di corpo e di mente. Il senso vero è stato l'immenso, infantile, primordiale divertimento. Un divertimento tale che chi scrive è riuscito persino a partire malato e ad arrivare sano, e con un chilo in più. E' difficile che una cosa simile si ripeta. La storia di tre caratteri diversissimi, uniti dallo stesso filo rosso e dalla stessa idea di andare. Il viaggio lento come goduria liberatori e totale...
"Dove vai?" chiede la moglie al ciclista. "Porto a spasso il bambino che è in me" risponde lui, con la mano già sull'affusto carico di bagagli. Altan ha colto fin dall'inizio, con una vignetta, il senso di questo viaggio Trieste-Istambul. Non l'impresa, per carità. La Grande Diagonale del Bosforo è alla portata di chiunque sia sano di corpo e di mente. Il senso vero è stato l'immenso, infantile, primordiale divertimento. Un divertimento tale che chi scrive è riuscito persino a partire malato e ad arrivare sano, e con un chilo in più. E' difficile che una cosa simile si ripeta. La storia di tre caratteri diversissimi, uniti dallo stesso filo rosso e dalla stessa idea di andare. Il viaggio lento come goduria liberatori e totale...
Walkscapes. Camminare come pratica estetica - Francesco Careri
Prima di inventare l'architettura l'uomo possedeva una forma simbolica con cui trasformare lo spazio: l'azione del camminare. È camminando che l'uomo ha cominciato a costruire il paesaggio naturale che lo circondava. È camminando che nell'ultimo secolo si sono formate le categorie con cui interpretare i paesaggi urbani che ci circondano. Walkscapes tratta del girovagare come forma d'arte, come atto primario di trasformazione del territorio, come strumento estetico di conoscenza dello spazio, come pratica di intervento urbano atta ad esplorare e trasformare gli spazi nomadi della città contemporanea. Dall'erranza paleolitica al nomadismo neolitico, da Dada al surrealismo, dal lettrismo all'Internazionale Situazionista, dal minimalismo alla land art, questo libro ricostruisce il divenire della percezione del paesaggio e racconta la storia della città di Zonzo, la città del perdersi e del vagare in cerca dell'altrove.
Prima di inventare l'architettura l'uomo possedeva una forma simbolica con cui trasformare lo spazio: l'azione del camminare. È camminando che l'uomo ha cominciato a costruire il paesaggio naturale che lo circondava. È camminando che nell'ultimo secolo si sono formate le categorie con cui interpretare i paesaggi urbani che ci circondano. Walkscapes tratta del girovagare come forma d'arte, come atto primario di trasformazione del territorio, come strumento estetico di conoscenza dello spazio, come pratica di intervento urbano atta ad esplorare e trasformare gli spazi nomadi della città contemporanea. Dall'erranza paleolitica al nomadismo neolitico, da Dada al surrealismo, dal lettrismo all'Internazionale Situazionista, dal minimalismo alla land art, questo libro ricostruisce il divenire della percezione del paesaggio e racconta la storia della città di Zonzo, la città del perdersi e del vagare in cerca dell'altrove.